Merlot

MERLOT

Vitigno internazionale a bacca rossa, di origine francese, il Merlot è uno dei vini più famosi e coltivati al mondo.

Origine

Il vitigno sembra essere originario della zona di Bordeaux ma la prima citazione risale “solo” al 1784, quando un ufficiale chiamato Faurveau elenca il Merlot fra i migliori vini del Libournais.

Nel 1789 figura come Merlot o Bigney Rouge nella collezione varietale dei giardini di Luxembourg, mentre nel 1857 Victor Rendu, Ispettore Generale dell’Agricoltura, ne fa una descrizione botanica nella sua “Ampelografia Francese“.

Nove anni più tardi, nel 1868, l’agronomo e botanista Auguste Petit-Lafitte suggerisce come il nome Merlot possa derivare da “merlo” o in riferimento al colore blu-nero con sfumature violacee o per la predilezione che questi uccelli hanno per i suoi dolci acini.

Già dalla fine degli anni ’90, alcuni studi sul DNA hanno attribuito la paternità del Merlot al Cabernet Franc ma è solo nel 2009 che, grazie alla fortuita scoperta di alcune viti a Saint-Suliac in Bretagna, si è scoperto che la madre è un vitigno chiamato Magdeleine Noire des Charentes.


Diffusione

Insieme al Cabernet Sauvignon è uno dei vitigni più coltivati al mondo, occupando una superficie di più di 250.000 ettari.

In Francia copre il 14% della superficie vitata ed è ampiamente diffuso oltre che nel Bordeaux – la sua patria dove viene usato sia in purezza che in assemblaggio con Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc (taglio bordolese) – anche in LanguedocRoussillon e a Bergerac. Il suo uso è inoltre previsto in molte denominazioni di origine controllata dalla Provenza alla Loira, dalla Savoia a Charente.

In Italia, il vitigno Merlot è arrivato nel 1880, dapprima in Friuli Venezia Giulia e poi in Alto Adige e in Veneto dove ha trovato le condizioni climatiche migliori per la sua coltivazione. Con il tempo si è esteso anche alle altre regioni, incluse quelle più meridionali dove si è adattato perfettamente ai climi più caldi, dando vita a vini ricchi, complessi e di grande eleganza.

Nel resto dell’Europa, il Merlot viene coltivato in Svizzera nel Canton Ticino, in Slovenia, Croazia, Romania, Ungheria, Bulgaria e Moldavia e in parte anche in Austria e Germania. Il vitigno si trova anche in California anche se il clima caldo ne rende difficile la coltivazione in alcune zone. Per questo motivo, a parte rari casi, viene principalmente utilizzato in assemblaggio con altri vini.

Il clima più favorevole ha invece reso possibile la sua espansione nello stato di Washington, in quello di New York, in Virginia e in Canada. In Cile, dove per anni è stato confuso con il Carmenère, le viti di Merlot si concentrano nelle regioni centrali mentre in Argentina è coltivato sulle colline di Mendoza. Il Merlot ha trovato spazio anche in altre importanti zone viticole come Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica.


Coltivazione

Il Merlot, pur essendo un vitigno piuttosto vigoroso e resistente, è sensibile alle gelate primaverili a causa del suo precoce germogliamento e può essere danneggiato da peronospora, botrite e flavescenza dorata. Si tratta di un vitigno precoce e viene solitamente raccolto un paio di settimane prima del Cabernet Sauvignon. La maturazione ottimale si ha in terreni in grado di rimanere freschi anche in estate, umidi, ricchi di argilla e calcare. La composizione del suolo determina lo stile del vino Merlot: l’argilla dona struttura mentre il calcare esalta l’eleganza e i profumi.

Note ampelografiche

Il Merlot ha foglie verde chiaro, medie, pentagonali e pentalobate. I grappoli sono tendenzialmente medi, piramidali, alati ma bisogna fare attenzione perché esistono differenze tra i vari biotipi. Gli acini sono blu-violacei, medi, sferici, con buccia pruinosa. Il loro succo è incolore, la polpa molle con sapore neutro, dolce, poco acido e leggermente erbaceo.


Il vino

Il Merlot viene tendenzialmente assemblato con altri vini, in particolare con il Cabernet Sauvignon e il Cabernet Franc in quello che viene chiamato “taglio bordolese”: il Merlot, con la sua morbidezza derivata dall’alta concentrazione zuccherina delle sue uve, controbilancia l’irruenza tannica e l’acidità degli altri due. Viene, però, vinificato anche in purezza, dando vita in taluni casi a vini eccelsi.

I vini Merlot possono presentare differenze sensibili perché svariati sono i terreni e i climi in cui viene coltivato. Oltre a questi due fattori, anche la resa influisce moltissimo sulla qualità del vino: il Merlot è un vitigno piuttosto produttivo ma i risultati migliori si ottengono dove le resa è piuttosto bassa.

Il vino da uve Merlot ha un colore rosso rubino intenso che con il tempo vira al granato. I profumi sono di frutta rossa e nera come ciliegia, prugna, mora, cassis, che tendono a evolvere in note speziate e di confettura con l’invecchiamento. Al palato è rotondo, corposo, con tannini morbidi e un’acidità moderata. Può essere bevuto giovane ma alcuni grandi vini possono invecchiare per anni prima di raggiungere il loro massimo potenziale.

Poiché l’uva del Merlot ha un’alta concentrazione zuccherina, nei luoghi dove il clima è particolarmente caldo si corre il rischio che il vino diventi troppo corposo e che il gusto si appiattisca a causa di un eccesso di morbidezza a scapito dell’acidità.


Abbinamenti

Un Merlot giovane può essere accompagnato da salumi, carni bianche e primi piatti di carne. Un Merlot invecchiato e di buona struttura si abbina a carni rosse arrosto, alla griglia, selvaggina arrosto, formaggi stagionati o erborinati. I Merlot di grande struttura possono anche essere degustati da soli, come vini da meditazione.

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Cabernet Sauvignon

CABERNET SAUVIGNON

Se si considera che è resistente, vigoroso e in grado di dare vini ricchi, complessi e di grande struttura, non può certo sorprendere che il Cabernet Sauvignon sia così popolare. La sua grande adattabilità a terreni e climi diversi lo ha portato a essere un vitigno internazionale che oggi viene coltivato in tutte le più importanti zone viticole del mondo.

Origine

La credenza che il Cabernet Sauvignon sia un vitigno antico è stata smentita nel 1996 dagli studi effettuati dall’Università di Davis (California) sul suo DNA: i ricercatori sono riusciti a dimostrare che è frutto di un incrocio spontaneo tra un vitigno a bacca bianca, il Sauvignon Blanc, e uno a bacca rossa, il Cabernet Franc, e hanno ipotizzato che il fortunato incontro abbia avuto luogo nel diciassettesimo secolo in Gironda.

D’altronde, sembrano confermare questa teoria anche le prime testimonianze scritte che risalgono a non prima del diciottesimo secolo: in queste, il vitigno viene ancora citato come Petite Vidure, un nome che viene tuttora usato in alcune zone del bordolese e che fa probabilmente riferimento alla durezza del Cabernet Sauvignon (vigne dure).


Diffusione

Con più di 330.000 ettari di superficie vitata, il Cabernet Sauvignon è l’uva da vino più coltivata del mondo.

Nella sua terra d’origine, la Francia, occupa 48.000 ettari e si trova principalmente nella regione del Bordeaux, e in particolare nelle Graves e nel Médoc, dove viene solitamente assemblato con il Merlot. È piuttosto diffuso anche in Languedoc-Roussillon, Provenza e Valle della Loira.

In Italia, seppure non sia tra i vitigni più coltivati, ha trovato le condizioni ottimali in Toscana, Friuli Venezia-Giulia, Trentino, Emilia-Romagna e Sicilia, dando vita a vini di qualità elevata, soprattutto in assemblaggio.

In California, il Cabernet Sauvignon ha cominciato a essere piantato massivamente dagli anni Sessanta, arrivando a occupare più di 36.000 ettari. Anche nello Stato di Washington è diventata la varietà a bacca nera più coltivata negli ultimi anni.

Il Cabernet Sauvignon è diffuso anche in Spagna, soprattutto nella regione catalana di Penedès dove viene assemblato con il Tempranillo, in Sud America (Cile, Argentina, Bolivia, Perù e Uruguay), Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica. Negli ultimi anni il vitigno ha raggiunto la Cina, diventando il terzo più coltivato del paese.


Coltivazione

Il grande successo del Cabernet Sauvignon è da attribuirsi, oltre che alla ricchezza delle sue uve in grado di dare vini eccezionali, anche alla sua semplicità di coltivazione e alla sua resistenza: innanzitutto, il vitigno germoglia tardivamente e ciò consente una protezione contro le gelate primaverili; inoltre, nonostante maturi tardi, i suoi acini hanno una buccia molto spessa che li preserva da muffe e marciumi causate dalle piogge autunnali.

Si adatta bene a numerosi terreni ma predilige suoli caldi, ghiaiosi e ben drenati e climi asciutti e ventilati. Su terreni troppo fertili e umidi tende a lignificare male e, a causa della sua maturazione tardiva, non è adatto ai climi troppo freddi.


Note ampelografiche

Le foglie del Cabernet Sauvignon sono di media grandezza, pentagonali e pentalobate. I grappoli sono medio-piccoli, cilindrico-piramidali, oblunghi, mediamente compatti e con un’ala evidente. I suoi acini di colore blu-nero, medio-piccoli, sub-rotondi e con buccia spessa e pruinosa. La polpa è abbastanza carnosa e con un sentore lievemente erbaceo.


Il vino – Cabernet Sauvignon

Le uve del Cabernet Sauvignon si caratterizzano per una buona acidità e un’alta quantità di tannini che predispongono a lunghi invecchiamenti e consentono di ottenere vini complessi, corposi e di grande struttura.

Il vino prodotto con Cabernet Sauvignon è rosso rubino intenso con sfumature violacee, quasi blu. In gioventù gli aromi varietali sono più evidenti, con note di frutti neri e rossi come mirtillo, ribes, mora e floreali, in particolare di violetta. Spesso si può percepire anche un sentore erbaceo di peperone verde – un carattere ereditato dal Cabernet Franc – che si fa più marcato in caso di rese troppo alte o di scarsa maturazione.

Con l’invecchiamento i profumi si fanno più complessi, conservando le note fruttate ma arricchendosi di sentori di spezie, cedro, muschio, tabacco e, in alcune zone particolarmente vocate, di grafite.

Il Cabernet Sauvignon è comunque un vitigno duttile che dona ai vini espressioni molto differenti a seconda del terreno e del clima in cui viene coltivato. Nella sola regione del Bordeaux, i vini da Cabernet Sauvignon possono avere caratteri molto diversi: nelle AOC Saint-Estèphe e Pessac-Léognan emerge una nota minerale, a Margaux prevale la violetta, a Pauillac la grafite e a Saint-Julien il cedro e il sigaro.

In Toscana si caratterizza per i sentori fruttati di ciliegia matura e mirtillo mentre a Constantia, in Sudafrica, sfuma in note erbacee e mentolate.
Va sottolineato che il Cabernet Sauvignon, a causa della sua acidità e potente tannicità, tendenzialmente viene vinificato in purezza solo nei paesi più caldi dove le uve, raggiungendo la piena maturazione, sviluppano più zuccheri e morbidezza.

Dove il clima è più fresco, è spesso usato in assemblaggio con Merlot o altri vini e quindi le caratteristiche del prodotto finale, oltre a essere influenzate da terreno, clima e tecniche di vinificazione, dipenderanno ovviamente anche dalla composizione della cuvée.


Abbinamenti

Le infinite declinazioni del Cabernet Sauvignon lo rendono adatto ad accompagnare numerosi piatti.
Nei vini giovani, i tannini pronunciati possono essere controbilanciati da piatti succulenti come carni rosse alla brace, brasati e selvaggina.

I vini più maturi, dove i tannini si sono ammorbiditi, si accompagnano bene con pietanze saporite, formaggi stagionati o erborinati, funghi e tartufo. In alcune sue declinazioni, il Cabernet Sauvignon si abbina bene al cioccolato fondente.

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