BARBERA
Le origini
L’origine della Barbera è ancora oggi sconosciuta. Pur supponendo che sia un vitigno piuttosto antico e che la sua terra natia sia il Piemonte, le testimonianze scritte sono pochissime e non precedenti al XVI secolo: la prima citazione conosciuta appare in un documento del 1514, conservato nei catasti di Chieri; il nome compare, poi, in una lettera del XVII secolo che si trova presso l’Archivio Comunale di Nizza Monferrato. Solo nel 1798 il vitigno Barbera viene ufficialmente riconosciuto e inserito dal Conte Nuvolone, al tempo vicedirettore della Società Agraria di Torino, nell’elenco ufficiale delle varietà coltivate in Piemonte.
Non è da escludere che la causa dell’assenza della Barbera dalle fonti più antiche sia solo da imputarsi all’uso di nomi differenti per indicarla: ad esempio, la Grisa o Grisola citata da Pier de’ Crescenzi nel «Liber Ruralium Commodorum», potrebbe essere una sotto-varietà della Barbera attuale. Tuttavia, neppure gli studi sul DNA – condotti in Piemonte all’inizio degli anni 2000 – sono stati in grado di risolvere l’enigma, non avendo trovato alcuna parentela con i vitigni autoctoni della zona.
Diffusione
Le zone storiche per la coltivazione della Barbera sono il Monferrato, l’Astigiano e le Langhe (Alba).
Partendo dal Piemonte, la Barbera ha raggiunto molte regioni italiane diventando uno dei vitigni a bacca rossa più coltivati nella Penisola insieme al Sangiovese: è piuttosto diffusa in Lombardia (soprattutto nell’Oltrepò Pavese, dove il terreno argilloso è ottimo per la sua coltivazione), sui colli Piacentini, sui colli di Parma e su quelli bolognesi.
La Barbera è riuscita a oltrepassare anche i confini nazionali grazie alla sua capacità di adattamento e alla sua acidità elevata che la rende un vitigno adatto anche ai climi più caldi. Oggi la Barbera è ampiamente diffusa in Argentina, California, Australia e Sud America.
Coltivazione
La Barbera è un vitigno a bacca rossa che si adatta bene a vari terreni, dando risultati abbastanza diversi a seconda del microclima del luogo di coltivazione. È un vitigno vigoroso e con una produttività elevata e costante, due caratteristiche che nel passato hanno spinto i vignaioli a coltivarlo anche in territori non particolarmente vocati. Per fortuna, dalla fine degli anni ‘80 si è capito che la Barbera possiede un potenziale che può esprimersi al meglio solo in alcuni ambienti e la coltivazione si è spostata perlopiù in terreni che ne esaltano le doti migliori.
La Barbera predilige climi secchi, con esposizioni soleggiate e suoli argillosi o sabbiosi. In terreni calcarei, ricchi di limo e argilla, il vino ottenuto può risultare particolarmente elegante.
Nonostante la vigoria, è poco resistente a oidio, botrite e soprattutto alla flavescenza dorata che spesso comporta la rimozione delle piante colpite. Inoltre, è molto sensibile alle gelate e alla carenza di potassio, boro e magnesio. La maturazione è medio–tardiva.
La Barbera è un vitigno versatile, capace di adattarsi a diverse forme di allevamento anche se è meglio evitare quelle troppo alte che favoriscono l’aumento dell’acidità fissa, già presente in buona quantità nelle sue uve.
Caratteristiche ampelografiche
Le viti di Barbera hanno foglie medie, pentagonali e pentalobate, di colore verde scuro con nervature verdi o rosate e ricche di tomento (la peluria che ricopre la superficie). I grappoli sono di media grandezza, piramidali alati o cilindrici alati e piuttosto compatti. Gli acini – facilmente riconoscibili a fine maturazione per il loro colore blu intenso – sono medi, ellissoidali, con buccia pruinosa e sottile e polpa succosa, dolce ma lievemente acidula.
Vini Barbera
La Barbera, a causa della sua elevata acidità fissa, è stata per anni sottostimata. Oggi, con l’evoluzione dei processi di coltivazione e vinificazione, è stata ampiamente rivalutata e si assiste alla produzione di ottimi vini, eleganti e strutturati.
Le sue uve, usate sia in purezza che in assemblaggio, sono piuttosto poliedriche e danno origine a vini di diverse tipologie: spumanti, novelli, rossi giovani e frizzanti, rossi fermi di medio corpo, rossi di media longevità e grande struttura.
I vini giovani hanno un bel colore rosso rubino intenso che comincia a virare su sfumature granate nelle versioni più mature. I profumi sono floreali e fruttati, con note di ciliegia e bacche rosse che evolvono, con l’affinamento, in note più complesse, speziate e di amarena e prugna.
I vini ottenuti da Barbera, se giovani, hanno dei tannini fini che donano una certa rotondità; con l’invecchiamento questi tannini diventano più decisi, rendendo la Barbera più densa e strutturata.
Barbera in Italia
La Barbera è un vitigno mutevole in struttura, gusto e aromaticità a seconda del luogo in cui viene coltivato. In Piemonte, zona storica per la sua coltivazione, si riscontrano differenze non solo tra Barbera del Monferrato, Barbera d’Asti e Barbera d’Alba ma anche all’interno delle stesse denominazioni.
Barbera del Monferrato
Tra le tre, la Barbera del Monferrato è quella più delicata e meno strutturata. Rosso rubino intenso, ha sentori di rosa, ciliegia e prugna e una spiccata acidità.
Barbera d’Asti
La Barbera d’Asti è più morbida, maggiormente strutturata e ha un’acidità minore rispetto alle altre due. Le diversità tra sottozone sono sensibili: ad esempio, a Costigliole e Nizza il vino è di grande struttura, più sapido e con maggiore acidità mentre ad Agliano, è fine e fruttato.
Barbera d’Alba
Per la Barbera d’Alba viene fatta una distinzione tra uve raccolte alla sinistra e alla destra del Tanaro. I vini della prima zona (Roero) sono più fini e di pronta beva. I profumi sono complessi, di ribes, mora, rosa canina, ciliegia, pepe verde e vaniglia. Al gusto è piacevolmente fresco, leggermente tannico e di buona struttura. Nella seconda zona (Barolo), il vino, che richiede un affinamento più lungo per esprimersi, è pieno, asciutto e di struttura maggiore.
Vitigno Barbera
Spostandosi in Lombardia, la Barbera è ampiamente coltivata nell’Oltrepò Pavese dove viene usata nella percentuale dell’85% per la DOC Oltrepò Pavese Barbera, un vino vivace o frizzante, rosso rubino con sfumature violacee e una spuma compatta. Il suo profumo è fruttato – con sentori di fragole, lamponi e more – floreale e vinoso. In bocca è fresco, vivace, ben strutturato e abbastanza persistente.
A Piacenza, la Barbera non viene utilizzata solo per la DOC Colli Piacentini Barbera, ma anche in assemblaggio con la Croatina per la produzione del Gutturnio, un vino che in gioventù è fruttato e di pronta beva mentre con l’invecchiamento acquista maggiore struttura e profumi più complessi. Infine, sui Colli di Parma e di Bologna la Barbera è usata sia per la produzione di vini gradevoli, freschi e profumati che di vini invecchiati con maggiori doti di struttura e complessità.