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Cabernet Franc

CABERNET FRANC

Il Cabernet Franc è un vitigno internazionale a bacca rossa dal quale si possono ottenere grandissimi vini. Noto perlopiù in assemblaggio con Merlot e Cabernet Sauvignon nel taglio bordolese, è capace di dare vini molto eleganti e longevi anche vinificato in purezza. Il suo nome indica quella che è la sua caratteristica di maggior pregio: un “vino franco” è un vino che ha nel suo profumo un sentore netto che spicca su tutti gli altri e che lo rende immediatamente riconoscibile.

Origine

L’ampia diffusione in Gironda e nella Loira ha fatto supporre per lungo tempo che il vitigno fosse originario della Francia. Tuttavia, alcune analisi sul DNA hanno evidenziato una relazione di tipo genitore-figlio con il Morenoa e l’Hondarrabi Beltza, due vitigni dei Paesi Baschi: è quindi molto probabile che sia arrivato nel sud-ovest della Francia da Gipuzkoa o dalla Navarra, nella zona nord dei Pirenei, forse grazie a dei pellegrini di ritorno da Santiago del Compostela.

Si pensa che il Cabernet Franc nella Valle della Loira sia approdato intorno al 1630 quando il Cardinale Richelieu inviò alcune barbatelle all’abate Breton che si occupò di piantarle a Chinon e Bourgueil. Nel 1997 si è poi scoperto, sempre grazie a test sul DNA, che è dall’incrocio di Cabernet Franc e di Sauvignon Blanc che è nato il Cabernet Sauvignon.


Diffusione

Il Cabernet Franc è arrivato a occupare 45.000 ettari di superficie vitata nel mondo, dei quali 36.000 si trovano in Francia. Qui, raggiunge i suoi massimi livelli nel Libournais, dove viene prodotto sia nel taglio bordolese sia in purezza, e nella Valle della Loira, dove la tradizione ne vede l’uso principalmente come monovitigno.

Il Cabernet Franc viene coltivato anche in Italia anche se in misura minore rispetto a quanto si credesse: è stato scoperto, infatti, che molte delle viti coltivate sono in realtà Carmenère, un vitigno molto simile al Cabernet Franc. Friuli Venezia-Giulia, Trentino-Alto Adige e Veneto sono le regioni con la superficie vitata maggiore.

La Toscana, poi, si è distinta per la produzione di ottimi vini ottenuti sia con Cabernet Franc in purezza sia in blend con Cabernet Sauvignon e Merlot. Il vitigno viene coltivato anche in Sicilia e in Puglia, dove si è adattato molto bene al clima più caldo. Nel mondo il Cabernet Franc si trova in Canada, California, Washington, Virginia, Cile, Argentina, Australia, Nuova Zelanda, Ungheria, Bulgaria, Slovenia, Croazia, Grecia e Spagna.

Il Cabernet Franc è arrivato perfino in Cina, dove viene coltivato tra i 2.220 e i 2.600 metri di altitudine sui versanti dell’Himalaya.


Coltivazione

Il Cabernet Franc è un vitigno vigoroso, che si adatta bene a molti terreni e climi. Resiste bene alle gelate invernali e ai climi rigidi, tanto che viene usato anche come base per la produzione di Ice Wines, ma dà ottimi risultati anche in climi più caldi. Si esprime al meglio in terreni argillosi-calcarei ma cresce bene anche in quelli sabbiosi e sciolti a patto che siano ben drenati perché è sensibile agli stress idrici.

La maturazione, medio-tardiva, avviene solitamente una settimana in anticipo rispetto al Cabernet Sauvignon. Pur essendo un vitigno vigoroso, la sua produttività non è alta, aggirandosi sui 30-40 hl/ha e arrivando eccezionalmente a 80 hl/ha in Linguadoca. Ha una buona resistenza a parassiti e crittogame ma mostra una discreta sensibilità alla botrite, all’esca, alle cicaline e all’eutipiosi.


Caratteristiche ampelografiche

I vari cloni mostrano una certa omogeneità anche se il potenziale produttivo può risultare molto diverso. La foglia del Cabernet Franc è verde chiaro brillante, di media grandezza, pentagonale, a tre o cinque lobi.

Il grappolo è medio, cilindrico o conico, abbastanza compatto e talvolta alato. Gli acini di un blu intenso tendente al nero, sono medio-piccoli, sferoidali, con buccia spessa e molto pruinosa. La polpa è succosa e ha un sapore erbaceo più o meno intenso.

Il vino – Cabernet Franc

Il Cabernet Franc viene usato sia in assemblaggio che in purezza, per la produzione di vini rossi, rosati, bianchi e Ice Wines. I vini rossi vinificati in purezza hanno un colore rosso rubino brillante che tende al granato con l’invecchiamento. Il suo profumo è inconfondibile, con note affumicate e di peperone, date dall’alta quantità di pirazine nelle sue uve.

Se raccolto acerbo, la nota vegetale di peperone potrebbe essere prevalente rendendo il vino sgarbato. Raccolto a giusta maturazione, le note erbacee lasceranno spazio a quelle affumicate e a sentori di viola, lampone, fragola, foglie d’edera e, dopo l’affinamento, di liquirizia, grafite, cacao, note mentolate.

Il gusto del vino Cabernet Franc è rotondo, ampio e piacevolmente fresco. Rispetto al Cabernet Sauvignon, è meno ricco di tannini e per questo invecchia più rapidamente e può essere gustato in minor tempo.


Abbinamenti

Il vino rosso prodotto con Cabernet Franc in purezza, può essere abbinato a tutto pasto. Per le sue note erbacee e affumicate si sposa con primi piatti al sugo di carne, selvaggina, carne alla griglia, spezzatini, arrosti. Si accompagna bene anche con formaggi semistagionati e stagionati.


Cabernet Franc VS Cabernet Sauvignon

Da un punto di vista ampelografico, i due vitigni sono molto simili, ma il Cabernet Franc germoglia e matura prima del Cabernet Sauvignon. Ha, inoltre, meno tannini – quindi l’affinamento può essere più rapido – e meno polifenoli e antociani, motivo per cui il colore risulta meno intenso. Al gusto il Cabernet Franc tende ad avere note erbacee più evidenti.

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Merlot

MERLOT

Vitigno internazionale a bacca rossa, di origine francese, il Merlot è uno dei vini più famosi e coltivati al mondo.

Origine

Il vitigno sembra essere originario della zona di Bordeaux ma la prima citazione risale “solo” al 1784, quando un ufficiale chiamato Faurveau elenca il Merlot fra i migliori vini del Libournais.

Nel 1789 figura come Merlot o Bigney Rouge nella collezione varietale dei giardini di Luxembourg, mentre nel 1857 Victor Rendu, Ispettore Generale dell’Agricoltura, ne fa una descrizione botanica nella sua “Ampelografia Francese“.

Nove anni più tardi, nel 1868, l’agronomo e botanista Auguste Petit-Lafitte suggerisce come il nome Merlot possa derivare da “merlo” o in riferimento al colore blu-nero con sfumature violacee o per la predilezione che questi uccelli hanno per i suoi dolci acini.

Già dalla fine degli anni ’90, alcuni studi sul DNA hanno attribuito la paternità del Merlot al Cabernet Franc ma è solo nel 2009 che, grazie alla fortuita scoperta di alcune viti a Saint-Suliac in Bretagna, si è scoperto che la madre è un vitigno chiamato Magdeleine Noire des Charentes.


Diffusione

Insieme al Cabernet Sauvignon è uno dei vitigni più coltivati al mondo, occupando una superficie di più di 250.000 ettari.

In Francia copre il 14% della superficie vitata ed è ampiamente diffuso oltre che nel Bordeaux – la sua patria dove viene usato sia in purezza che in assemblaggio con Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc (taglio bordolese) – anche in LanguedocRoussillon e a Bergerac. Il suo uso è inoltre previsto in molte denominazioni di origine controllata dalla Provenza alla Loira, dalla Savoia a Charente.

In Italia, il vitigno Merlot è arrivato nel 1880, dapprima in Friuli Venezia Giulia e poi in Alto Adige e in Veneto dove ha trovato le condizioni climatiche migliori per la sua coltivazione. Con il tempo si è esteso anche alle altre regioni, incluse quelle più meridionali dove si è adattato perfettamente ai climi più caldi, dando vita a vini ricchi, complessi e di grande eleganza.

Nel resto dell’Europa, il Merlot viene coltivato in Svizzera nel Canton Ticino, in Slovenia, Croazia, Romania, Ungheria, Bulgaria e Moldavia e in parte anche in Austria e Germania. Il vitigno si trova anche in California anche se il clima caldo ne rende difficile la coltivazione in alcune zone. Per questo motivo, a parte rari casi, viene principalmente utilizzato in assemblaggio con altri vini.

Il clima più favorevole ha invece reso possibile la sua espansione nello stato di Washington, in quello di New York, in Virginia e in Canada. In Cile, dove per anni è stato confuso con il Carmenère, le viti di Merlot si concentrano nelle regioni centrali mentre in Argentina è coltivato sulle colline di Mendoza. Il Merlot ha trovato spazio anche in altre importanti zone viticole come Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica.


Coltivazione

Il Merlot, pur essendo un vitigno piuttosto vigoroso e resistente, è sensibile alle gelate primaverili a causa del suo precoce germogliamento e può essere danneggiato da peronospora, botrite e flavescenza dorata. Si tratta di un vitigno precoce e viene solitamente raccolto un paio di settimane prima del Cabernet Sauvignon. La maturazione ottimale si ha in terreni in grado di rimanere freschi anche in estate, umidi, ricchi di argilla e calcare. La composizione del suolo determina lo stile del vino Merlot: l’argilla dona struttura mentre il calcare esalta l’eleganza e i profumi.


Note ampelografiche

Il Merlot ha foglie verde chiaro, medie, pentagonali e pentalobate. I grappoli sono tendenzialmente medi, piramidali, alati ma bisogna fare attenzione perché esistono differenze tra i vari biotipi. Gli acini sono blu-violacei, medi, sferici, con buccia pruinosa. Il loro succo è incolore, la polpa molle con sapore neutro, dolce, poco acido e leggermente erbaceo.


Il vino

Il Merlot viene tendenzialmente assemblato con altri vini, in particolare con il Cabernet Sauvignon e il Cabernet Franc in quello che viene chiamato “taglio bordolese”: il Merlot, con la sua morbidezza derivata dall’alta concentrazione zuccherina delle sue uve, controbilancia l’irruenza tannica e l’acidità degli altri due. Viene, però, vinificato anche in purezza, dando vita in taluni casi a vini eccelsi.

I vini Merlot possono presentare differenze sensibili perché svariati sono i terreni e i climi in cui viene coltivato. Oltre a questi due fattori, anche la resa influisce moltissimo sulla qualità del vino: il Merlot è un vitigno piuttosto produttivo ma i risultati migliori si ottengono dove le resa è piuttosto bassa.

Il vino da uve Merlot ha un colore rosso rubino intenso che con il tempo vira al granato. I profumi sono di frutta rossa e nera come ciliegia, prugna, mora, cassis, che tendono a evolvere in note speziate e di confettura con l’invecchiamento. Al palato è rotondo, corposo, con tannini morbidi e un’acidità moderata. Può essere bevuto giovane ma alcuni grandi vini possono invecchiare per anni prima di raggiungere il loro massimo potenziale.

Poiché l’uva del Merlot ha un’alta concentrazione zuccherina, nei luoghi dove il clima è particolarmente caldo si corre il rischio che il vino diventi troppo corposo e che il gusto si appiattisca a causa di un eccesso di morbidezza a scapito dell’acidità.


Abbinamenti

Un Merlot giovane può essere accompagnato da salumi, carni bianche e primi piatti di carne. Un Merlot invecchiato e di buona struttura si abbina a carni rosse arrosto, alla griglia, selvaggina arrosto, formaggi stagionati o erborinati. I Merlot di grande struttura possono anche essere degustati da soli, come vini da meditazione.

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Sauvignon “Blanc”

SAUVIGNON BLANC

Il Sauvignon Blanc è un vitigno semiaromatico a bacca bianca estremamente poliedrico: si caratterizza, infatti, per una grande variabilità di aromi e strutture che mutano sensibilmente a seconda del terreno in cui viene coltivato, del clima e dei processi di vinificazione utilizzati.

Origine

Originario della Valle della Loira o di Bordeaux, il Sauvignon Blanc trae il suo nome da sauvage, “selvaggio” per le sue foglie che ricordano la vite selvatica.
Analisi del DNA effettuate nel 2013, hanno evidenziato una relazione genitore-figlio con il Savagnin Blanc e il fatto che quest’ultima varietà si trovi menzionata in fonti più antiche rispetto a quelle che citano il Sauvignon Blanc, fa supporre che il ruolo del Savagnin Blanc sia quello di genitore. Ad oggi, non è ancora stato possibile risalire a quale sia il suo secondo genitore.
Il Sauvignon Blanc, a sua volta, ha dato vita al Cabernet Sauvignon incrociandosi con un vitigno a bacca rossa, il Cabernet Franc.


Diffusione

Il Sauvignon Blanc è uno dei vitigni a bacca bianca più diffusi al mondo insieme allo Chardonnay. Viene coltivato su circa 123.000 ettari e si trova praticamente in tutti i continenti.

In Francia, sua terra d’origine, si trova principalmente nel Bordolese, nella Valle della Loira, nella Languedoc-Roussillon e in Provenza. Nella Loira, tra Sancerre e Pouilly-Fumé viene utilizzato per la produzione di eccezionali vini bianchi mentre, assemblato con il Sémillon, dà vita ai grandi vini di Sauternes e Barsac.

In Italia la coltivazione di Sauvignon Blanc, che occupa circa 4.000 ettari di superficie vitata, si concentra principalmente nelle regioni nord-orientali: Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Trentino-Alto Adige. È presente anche in Emilia, in Lombardia e di recente ha raggiunto anche le regioni centro-meridionali. La diffusione del vitigno è piuttosto ampia anche in Nuova Zelanda, Australia, Cile e Sudafrica.


Coltivazione

Il Sauvignon Blanc è un vitigno vigoroso e piuttosto produttivo, tanto che la resa deve essere tenuta sotto controllo per evitare che le uve si diluiscano troppo e perdano la propria qualità. Molto sensibile alla botrite e mediamente all’oidio e alle malattie del legno in generale, si è dimostrato invece resistente alla peronospora.

La sua maturazione è medio precoce e solitamente la raccolta avviene qualche giorno prima del Cabernet Sauvignon. Predilige i climi freschi mentre i terreni migliori sono quelli in grado di incidere positivamente sull’evoluzione delle sue uve, andando al di là del carattere varietale: coltivato in suoli più carenti darà vini caratterizzati da sentori più spiccatamente erbacei mentre terreni più ricchi consentiranno di ottenere vini con note complesse di fiori e frutta tropicale.


Note ampelografiche

La foglia del Sauvignon Blanc è media, tondeggiante, trilobata o pentalobata, di colore verde intenso. Il grappolo può essere piccolo o medio, compatto, tronco-conico o cilindrico e a volte alato. Gli acini sono medio-grandi, sub-sferoidali, con buccia spessa, pruinosa, giallo-verde e puntinata e con una polpa che ricorda vagamente quella del Moscato.


Il vino – Sauvignon Blanc

Dal Sauvignon Blanc è possibile ottenere vini bianchi fermi caratterizzati quasi sempre da una spiccata acidità. Struttura, corpo e note aromatiche possono essere le più svariate perché lo sviluppo delle uve tende a essere plasmato in modo sostanziale dal clima, dal terreno su cui cresce il vitigno e dal grado di maturazione.

I profumi che si riscontrano più spesso sono quelli erbacei e vegetali di bosso, bocciolo di ribes nero, ortica, foglia di pomodoro, uva spina e pompelmo e dipendono dalla presenza nell’uva di metossipirazine, composti altamente volatili e di conseguenza molto percepibili all’olfatto.

In alcune regioni, come ad esempio nella Valle della Loira dove il terreno è ricco di minerali e calcare, il Sauvignon Blanc assume delle sfumature minerali di pietra focaia e grafite. Nelle zone più calde, gli aromi erbacei e vegetali tendono ad attenuarsi a favore di quelli fruttati, come pesca, mela cotogna e frutta tropicale (ananas, litchi, frutto della passione), e floreali di ginestra, acacia, sambuco e biancospino.

Per preservare la freschezza e la complessità olfattiva tipica, si tende a affinare questi vini in acciaio e a consumarli giovani. L’affinamento in botte o barriques viene solitamente evitato perché si perde l’acidità, il gusto si fa più rotondo e i profumi si appiattiscono e vengono coperti da quelli rilasciati dal legno. Tuttavia, esistono casi in cui i risultati sono eccezionali anche con un affinamento più lungo in legno.

Da ricordare anche che il Sauvignon Blanc viene utilizzato per la produzione dei Sauternes dove viene assemblato al Sémillon: dato che quest’ultimo tende a dare vita a vini grassi e molto morbidi, il Sauvignon viene aggiunto per controbilanciare queste tendenze con la sua acidità.


Abbinamenti

Il Sauvignon Blanc è il compagno ideale di piatti a base di pesce, crostacei e formaggi freschi in particolare quelli di capra. Si accompagna bene con la cucina vegetariana come vellutate e primi piatti a base di verdure ma anche con carni bianche come pollo, tacchino e coniglio. Grazie alla sua complessità aromatica, si sposa bene anche con erbe aromatiche e cibi speziati.

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Chardonnay

CHARDONNAY

Lo Chardonnay è un vitigno internazionale a bacca bianca che ha riscosso grandissimo successo in tutto il mondo grazie alla sua capacità di adattarsi a molti differenti climi e terreni.

Origine

Lo Chardonnay è molto probabilmente nato in Borgogna, dove ancora oggi viene usato per produrre alcuni tra i vini bianchi migliori al mondo, e il suo nome deriva dall’omonimo paese che si trova nell’Haut-Mâconnais.

In passato molto spesso confuso con il Pinot Bianco, è in realtà frutto di un incrocio tra Pinot Nero e Gouais Blanc, un vitigno a bacca bianca ormai estinto che parrebbe essere l’avo di ben 80 vitigni europei. Ciò che è interessante è che il Gouais è un vitigno così mediocre che durante il Medioevo, in Europa, si è cercato addirittura di vietarne la coltivazione. Gouais, d’altronde, deriva dall’aggettivo “gou”, un termine di derisione in francese antico, che indicherebbe proprio la scarsa qualità delle uve.

Ma, con grande sorpresa, proprio la grande diversità genetica tra il nobile Pinot Nero e l’umile Gouais potrebbe essere la causa dello sviluppo dell’ottima qualità delle uve di Chardonnay.


Diffusione

L’estrema adattabilità dello Chardonnay lo ha portato a essere uno dei vitigni più coltivati nel mondo, con una superficie vitata che si aggira intorno ai 210.000 ettari.

In Francia, la sua patria di origine, è coltivato principalmente in Borgogna e in particolare in Côte d’Or, Côte de Beaune e Chablis dove, sulla famosa argilla detta “Kimmeridge”, lo Chardonnay trova uno dei suoi migliori terreni di coltivazione. Si trova anche in Champagne dove, soprattutto nella zona della Côte des Blancs, dà vini meravigliosi, eleganti e fini. Qui vengono prodotti eccezionali Blanc de Blancs da Chardonnay vinificato in purezza.

Nel mondo, il vitigno ha trovato il suo posto in tutte le maggiori regioni viticole. In Italia è coltivato praticamente ovunque: la maggiore diffusione si ha in Sicilia seguita dal Trentino dove pare sia arrivato già nel 1800 e dove viene usato per la produzione di spumanti metodo classico.

Stesso utilizzo se ne fa anche in Franciacorta e nelle Langhe, dove viene assemblato con il Pinot Nero e con altri vitigni. Scendendo la penisola, lo Chardonnay si trova pressoché in tutte le regioni dove viene impiegato per realizzare molti vini DOC e DOCG.

Negli Stati Uniti i vini più famosi provengono dal Sonoma, distretto a nord di San Francisco e dalla Napa Valley ma lo Chardonnay è coltivato anche in Oregon e nello stato di New York. Il vitigno è ampiamente diffuso anche in Canada, Argentina, Cile, Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda.


Coltivazione

Lo Chardonnay è un vitigno abbastanza vigoroso e piuttosto produttivo. Tuttavia, tende a germogliare precocemente, cosa che lo espone alle gelate primaverili. Ha una buona resistenza a malattie e parassiti anche se è abbastanza sensibile alla flavescenza dorata, al mal d’esca, all’oidio e alla botrite.

In caso di piogge abbondanti e di importanti sbalzi termici durante il periodo della fioritura, può mostrare fenomeni di colatura parziale o totale e, in certi casi, di millerandage. Seppure si adatti a una miriade di terreni diversi, dà i suoi migliori risultati in suoli calcarei o ricchi di calcio, carbonato o solfato.


Note ampelografiche

Le foglie dello Chardonnay sono medie, orbicolari, intere o con accenno a cinque lobi, di colore verde cupo; il grappolo è medio, cilindro-conico, compatto e con due ali; l’acino, piccolo e sferico con una buccia sottile e pruinosa, è verde-giallo ma si tinge di un meraviglioso colore dorato in prossimità della maturazione.


Il vino – Chardonnay

Dalle uve di Chardonnay si possono ottenere vini molto differenti e non solo perché può essere prodotto in diverse tipologie (fermo, spumante, passito) ma anche perché il suo corredo aromatico viene profondamente influenzato dal clima, dal terreno in cui cresce, dalle tecniche di vinificazione e affinamento che vengono utilizzate. Per questo motivo, fare una descrizione generica del vino prodotto con uve Chardonnay diventa un’impresa piuttosto complessa.

Tendenzialmente il colore è giallo paglierino con sfumature verdoline in gioventù e giallo dorato per i vini invecchiati e affinati in legno.
Nei climi caldi, dalle sue uve si ottengono vini ricchi, con buona persistenza gustativa e sentori di frutti maturi e tropicali come ananas, mango, banana e melone. Nei paesi con climi più freschi, i vini sono più freschi e minerali, con aromi floreali di fiori bianchi (acacia) e gialli (ginestra) e fruttati di mela, limone, pera e pompelmo. Un clima temperato consente di produrre vini corposi e morbidi con profumi di frutti bianchi come pesca e agrumi.

L’alta concentrazione di zuccheri nelle uve accompagnata da un’acidità elevata, rende lo Chardonnay un vino adatto all’invecchiamento e il suo corredo aromatico neutro si sposa bene con l’affinamento in botti o barriques di legno grazie al quale acquista sentori di miele, burro, nocciole tostate, caramello e vaniglia.


Abbinamenti

Essendo molto diversi tra loro, i vini da uve Chardonnay possono essere abbinati con numerosi piatti. Molto usati per l’aperitivo, si accompagnano bene con tutto il pesce, i molluschi, le paste ripiene, i risotti alle verdure e le carni bianche magre. La buona acidità che li caratterizza, li rende perfetti in abbinamento con piatti grassi come il salmone o untosi come il fritto misto di pesce. Sempre grazie all’acidità, si accordano bene con piatti sapidi come salumi e formaggi ma anche con cibi a tendenza dolce come i crostacei.

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