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bicchiere di malvasia con grappolo d'uva su una botte in legno

Malvasia o Malvasie?

Ipotizzate di chiedere a un parmense, a un brindisino e a un friulano di disegnarvi un grappolo di malvasia.
Sotto ai vostri occhi stupefatti vedrete delinearsi una piramide con acini giallo dorati, un cono a bacca nero violacea e, infine, un cilindro con acini verde giallognoli.

Che cosa è successo? Vi state chiedendo se i tre abbiano bevuto troppa Malvasia (e in questo caso, per confondervi ulteriormente le idee, non stiamo parlando di uva ma di vino)? Ebbene no, ognuno di loro sta semplicemente descrivendo uno dei tanti vitigni che in Italia viene chiamato malvasia. Il parmense si riferisce alla Malvasia di Candia Aromatica, il brindisino alla Malvasia nera di Brindisi e il friulano alla Malvasia Istriana.

A portare questo nome sono, infatti, numerosi vitigni, ben oltre i tre sopracitati, tanto che già nel 1963 Giovanni Dalmasso, agronomo e autore di pubblicazioni di riferimento per la viticoltura italiana, scriveva:

«Se dovessimo anche solo elencare tutti i vitigni che più o meno legittimamente portano il nome di malvasia – e quindi cercar di stabilire quali hanno ragione di conservare questo nome e quali no – dovremmo occupare varie pagine senza sperare di riuscire nell’intento».

Giovanni Dalmasso

L’origine della Malvasia

Attualmente in Italia i vitigni di malvasia sono circa una ventina, tutti con caratteri diversi, dalla morfologia della pianta al colore del frutto, dalla produttività al tempo di maturazione. Domandandosi allora quale possa essere l’origine delle tante uve malvasia, la risposta può essere trovata solo nella storia.

Il nome “Malvasia” sembra derivi da Monemvasia o Monovaxia, oggi un affascinante borgo nel Peloponneso, arroccato su uno sperone roccioso e affacciato sul mare, e un tempo porto strategico per il commercio di vino nel Mediterraneo.

Da qui, partivano i vini greci, prodotti principalmente sull’isola di Creta – guarda caso chiamata Candia durante la dominazione veneziana dal 1204 al 1669 –, alla volta dell’Europa: vini dolci, prodotti da un blend di diverse uve appassite al sole, molto apprezzati nel Vecchio Continente dove cominciarono a essere conosciuti con il nome di Malvagia o Malvasia.

L’importazione iniziò nel XIII secolo ma fu soprattutto dal 1463, anno in cui Monemvasia fu annessa alla Repubblica di Venezia, che il commercio di questi vini si espanse notevolmente in Europa. A Venezia raggiunsero una tale fama che ancora oggi vengono chiamate Malvasie le osterie dove vengono serviti vini sfusi.

Quando nel 1669 Creta (Candia) venne occupata dall’impero Ottomano, i Veneziani, per non perdere la propria egemonia commerciale, cominciarono a importare alcuni dei vitigni cretici nel nord Italia e a commissionare ai contadini locali la produzione di vini dolci, simili a quelli greci. Da qui, la moltiplicazione del nome Malvasia per designare vitigni con caratteristiche ampelografiche molto differenti.

Malvasia di Candia Aromatica

A ben guardare, alcuni di questi vitigni presentano addirittura maggiori affinità con altre famiglie: è questo il caso della Malvasia di Candia Aromatica. Con il suo acino giallo dorato dalla forte aromaticità può sembrare un parente stretto dei moscati (non va confuso con la semplice Malvasia di Candia, sempre a bacca bianca ma priva di aromaticità!). Registrato ufficialmente nel Catalogo nazionale varietà di vite dal 1970, occupa attualmente una superficie di coltivazione che si aggira sugli 890 ha.

Viene coltivato principalmente in Lombardia per la produzione della Malvasia dell’Oltrepo Pavese DOC e nelle province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia, dove è utilizzato per ottenere vini secchi e semidolci, nelle versioni fermo, leggermente frizzante, frizzante e passito e dove esistono tre vini malvasia DOC (Colli di Parma, Colli Piacentini e Colli di Scandiano e Canossa).

L’uva della Malvasia di Candia Aromatica vinificata in purezza dà origine a un vino color giallo paglierino caratterizzato da un profumo ricco e complesso di agrumi, frutta bianca e gialla e fiori bianchi e una buona freschezza e sapidità gustativa.

Gemma e Gemma Gentile

Proprio dalla vinificazione in purezza della Malvasia di Candia Aromatica, tra le colline parmensi dei comuni di Noceto e Medesano, grazie all’impegno della giovane realtà vitivincola Venturini-Foschi, sono nati Gemma e Gemma Gentile, due vini eleganti e innovativi.

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